Agenzia delle Entrate: conti all’estero
13 Novembre 2018
Spesso si pensa che solo i grandi imprenditori possano detenere conti all’estero. Altri invece in maniera “maliziosa” pensano che sia un modo per eludere il nostro sistema fiscale, magari sottraendo alla vista del “grande fratello nostrano” importi per i quali si avrebbe difficoltà a dimostrarne la provenienza.
Fake news
Incominciamo subito a smontare la tesi del “complotto”, infatti anche aprendo un conto all’interno dell’Unione Europea, così come in moltissimi altri paesi del mondo, non ci si sottrae ai controlli della nostra Agenzia Entrate, infatti grazie ad accordi fra le varie nazioni e al flusso telematico sarà relativamente semplice per una nazione scovare chi ha conti esteri non dichiarati.
Per farsi un’idea di quanto ormai il segreto bancario sia in via di estinzione, segnaliamo che l’inossidabile Svizzera ha di recente sottoscritto un accordo con l’Unione Europea (e molti altri stati) per un reciproco scambio di dati.
Conto estero a mia insaputa?
La domanda può generare un sorriso ma non è da scartare a priori, infatti molte banche straniere operano nel nostro paese e offrono carte prepagate collegate a IBAN stranieri, per i quali (come vedremo in seguito) in determinati casi bisogna compilare un quadro apposito all’interno del nostro modello UNICO.
Ma come faccio a sapere se ho una carta appoggiata ad un conto straniero?
La risposta è molto semplice, dal nostro codice IBAN, questo codice è infatti utilizzato per eseguire operazioni fra conti correnti differenti e contiene al suo interno l’identificativo del paese di provenienza.
Se nelle prime lettere del nostro codice troviamo IT, avremo la certezza che il nostro IBAN è italiano mentre (a titolo di esempio) se troviamo le lettere DE, ci troviamo di fronte ad un IBAN emesso da una banca tedesca.
Ma cosa devo dichiarare all’Agenzia delle Entrate?
In fase di dichiarazione dei redditi, i conti correnti che non superano i 15.000 euro sono esclusi dal monitoraggio all’interno del quadro RW presente nel modello.
Resta però obbligatorio il pagamento dell’IVAFE in tutti i casi dove la giacenza media del conto superi i 5.000 euro.
Dal 2013 il quadro RW della dichiarazione dei redditi assolve anche la funzione di pagamento IVAFE.
Ma cosa è l’IVAFE e a quanto ammonta?
L’Ivafe è l’imposta sul valore della Attività finanziarie detenute all’estero per tutte le persone fisiche residenti nel nostro paese. Per i conti correnti e libretti esteri l’importo è di 34,20 euro per ogni conto corrente detenuto (sempre che superi i 5.000 euro). Come abbiamo visto nell’articolo, spesso il “diavolo” è presente nei dettagli, occhio quindi quando sottoscriviamo una carta ricaricabile o una prepagata.
Come sempre siamo a tua disposizione per approfondire la tua specifica situazione e per valutare insieme la migliore strada da percorrere.