Evian Ferragni: il sogno del consumismo
16 Ottobre 2018
Immorale, cara, stupida: sull’acqua Evian marcata Chiara Ferragni, la nota influencer è stato detto e scritto di tutto.
Come consuetudine il pubblico si divide fra chi ritiene che questa operazione di marketing sia negativa e chi non si scandalizza dal prezzo di vendita di un bene per il quale non esiste un obbligo di acquisto.
Come nostra abitudine non entriamo nel merito della vicenda, ma approfittiamo dell’occasione per parlare di un tema di attualità sotto il punto di vista delle imprese e del mercato, senza giudizi morali ma cercando di fotografare la realtà del nostro sistema economico.
Il consumismo
Ma prima di addentrarci nel merito, cerchiamo di dare al discorso una sua omogeneità e prospettiva: spesso sentiamo dire che il nostro sistema è basato sul consumismo, ma quanti di noi sanno realmente la definizione di consumismo?
La definizione di wikipedia
Il consumismo è un fenomeno economico–sociale tipico delle società industrializzate che consiste nell’acquisto indiscriminato di beni di consumo da parte della massa, suscitato ed esasperato dall’azione delle moderne tecniche pubblicitarie, per lo più inclini a far apparire come reali bisogni fittizi, al solo scopo di allargare continuamente la produzione.
In sociologia il termine descrive gli effetti dell’identificazione, vera o presunta, della felicità personale con l’acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali, generalmente favorito dalla moda o dall’eccessiva pubblicità.
Un sistema basato sui consumi
Dalla definizione possiamo desumere che la base del nostro sistema economico si basa suoi consumi detti “voluttuari” ovvero non essenziali. Che piaccia o meno questo sistema è al momento l’unico che ha dimostrato di saper creare un reale benessere sia per le persone che per la società nel complesso (ti invitiamo a rimanere sul blog nei prossimi giorni per leggere “l’alba della terza rivoluzione industriale”).
La chiave è il sogno
Eh si, perchè la caratteristica di un sistema basato sul consumismo è quello di non vendere il prodotto in quanto tale, ma vendere il “sogno” l’esperienza e il prestigio di un marchio.
Se legittimamente decidiamo di comprare una bottiglietta di acqua Evian Ferragni, dobbiamo essere consapevoli che non stiamo pagando per il prodotto, ma per quello che il prodotto trasmette, dal marchio, allo studio della bottiglia e al prestigio sociale che riteniamo possa trasmettere (che meriterebbe un approfondimento a parte).
Portiamo all’attenzione di chi si scandalizza per il costo di una bottiglietta che esistono prodotti similari ben più cari e che ogni giorno siamo circondati da prodotti dove il vero valore aggiunto è dato dal marchio non dalla qualità del prodotto stesso.
“Tutto il mondo è paese”
Senza menzionare marchi specifici è interessante prendere ad esempio il sale, nessuno può affermare che non sia esattamente come l’acqua un prodotto di primaria importanza eppure non siamo scandalizza nel vedere prezzi anche elevatissimi per questo prodotto. Un chimico si metterebbe a ridere davanti a certe etichette o discorsi su presunti benefici di specifiche marche, ma ciò nonostante siamo disposti ad aprire il portafoglio per acquistare il “sogno” legato al prodotto.
Può non piacere ma Chiara Ferragni si è ritagliata un posto nella nostra economia, è una brillante imprenditrice che paga le tasse nel nostro paese e produce occupazione.
Conclusioni
Il vero discorso andrebbe semmai fatto su chi acquista il prodotto, ma qualsiasi prodotto, da una penna prestigiosa ad un marchio glamour, a quella giacca tanto di tendenza, senza contare a quella maglietta sportiva carissima, di dubbio gusto, ma usata dal nostro beniamino sportivo.
Magari noi personalmente non compreremmo mai l’acqua Ferragni, però sappiamo ammettere che amiamo anche noi sognare con il superfluo.
E tu cosa ne pensi?