Flat Tax: fra nanismo e risparmio
30 Settembre 2018
Diciamolo apertamente, le nostre imprese e i nostri professionisti sono oberati dalla pressione fiscale, ma quello che rende ancora più difficile fare impresa nel nostro paese è il numero di adempimenti, scadenze e leggi spesso contraddittorie di difficile interpretazione.
Oggi fare impresa significa essere una via di mezzo fra un informatico (pensiamo alla fattura elettronica, alle PEC, firma digitale, portali della Pubblica Amministrazione, SPID, F24 telematici) e un Google Calendar, che con la forza della memoria cibernetica riesce a far fronte a tutte le scadenze fiscali, agli adempimenti burocratici e alle contorte italiche leggi.
Senza dimenticare che nel mezzo il nostro imprenditore deve anche lavorare, dettaglio non da poco.
Questa premessa per dire che quando all’orizzonte vediamo una semplificazione e un risparmio non possiamo che gioirne, ma come spesso accade il diavolo fa le padelle ma dimentica i coperchi…
Ma partiamo dal principio, cosa è la FLAT TAX?
Come dice la parola stessa, la FLAT TAX è una tassa piatta, che in questo momento è allo studio del governo, prevede 2 scaglioni di tassazione:
- il primo al 15% per tutte le Partite IVA che incassano fino a 65.000 euro
- il secondo al 20% per tutti i redditi che vanno dai 65.000 ai 100.000 euro
Lo strumento è destinato a professionisti e imprese, con lo scopo di semplificare la vita del piccolo.
Ma proprio semplificare la vita al piccolo, in maniera cieca, è il vero problema
No non vogliamo fare inutile polemica ma ragionare insieme se il concetto di piccola impresa (spesso rappresentata dal singolo professionista e un collaboratore) abbia ancora senso per molte attività o non sia semplicemente un modo per protrarre l’agonia di un paziente che è già in fase terminale, ma per il quale in maniera ostinata continuiamo a protrarre le cure.
Ma partiamo da un ragionamento
Negli anni siamo ci siamo abituati a credere che ci siano delle grosse realtà che per loro natura sono nate già “giganti” per affrontare il mercato in maniera ottimale, ma non è cosi, in molti settori e aziende oggi multinazionali, hanno sperimentato per prime la disgrazia del nanismo, e di come questa piaga abbia portato a molti licenziamenti, chiusure e irrilevanza nel mercato.
Prendiamo ad esempio l’industria automobilistica, ai suoi primordi era composta da una miriade di piccole officine che con la forza di un imprenditore visionario costruivano e commercializzavano il proprio prodotto. Risultato? Oggi non ricordiamo più neanche il nome di queste piccole realtà ma invece ricordiamo e compriamo ancora i prodotti di quelle realtà che hanno saputo fondersi, unirsi e crescere.
Ma cosa centra con la FLAT TAX?
In realtà c’entra e molto, mettere a prescindere una soglia di tassazione agevolata ad un imprenditore è di stimolo alla decrescita in funzione di un risparmio che si andrebbe a perdere.
Perché più professionisti o artigiani dovrebbero unirsi quando perderebbero le proprie agevolazioni? Perché dovrei essere stimolato a lavorare di più e meglio quando addirittura perderei i benefici che ho da micro impresa?
Il vero pericolo è l’estinzione
Il problema a nostro avviso è che in una società economicamente globalizzata arriveranno grossi player nei mercati oggi dominati dai piccoli, realtà che non avranno paura di pagare e gestire una tassazione “piena” perché avranno ottimizzato i propri processi interni e lavorativi. Con la forza della tecnologia saranno in grado di proporre all’utente prezzi maggiormente concorrenziali ma nel contempo servizi migliori. Se molti piccoli mobilifici si fossero uniti, forse avrebbero attutito l’impatto della catena Svedese ma così non è stato, col risultato che tutti conosciamo e apprezziamo il marchio del nord Europa, ma vi sfidiamo a ricordarti il nome di una realtà altrettanto grande italiana.
Ok tutto bello, ma la vostra soluzione?
Non abbiamo la sfera di cristallo, però insieme (e ci piacerebbe che contribuissi anche tu al dialogo) potremmo proporre delle nuove strade, dato che siamo ancora in tempo a supportare i nostri imprenditori e la nostra ricchezza nazionale. Tutte le manovre hanno un costo, e la FLAT TAX non è esente. Srebbe stato a nostro avviso più costruttivo, creare un sistema di incentivi per i piccoli imprenditori che potesse unirli con un progetto (reale e controllato) di servizi tecnologicamente evoluti per il loro settore, oppure attraverso le università (parliamo sempre dei cervelli in fuga) creare dei poli tecnologici a supporto della micro impresa, in grado di dare alle imprese quella infrastruttura all’avanguardia che oggi manca.
Ma voi cosa ne pensate? Avete anche voi la vostra proposta nel cassetto? Condividila, creiamo un dialogo, fatti parte attiva.