Partite iva: un nuovo forfait per 500mila
26 Luglio 2018
È allo studio da parte del Governo, un pacchetto dedicato alle partite Iva.
Un anticipo di flat tax?
In questa direzione sembra infatti andare il progetto di alzare l’asticella di ricavi e compensi che consentono di sfruttare (già adesso) la tassazione al 15%.
I vantaggi
Una tassazione «sostitutiva» – e qui sta il principale dei vantaggi – perché “ingloba” oltre alle addizionali Irpef anche l’Irap. E non solo, perché non applicando l’Iva i forfettari (come peraltro già accadeva e accade ancora per i minimi, destinati a estinguersi con la fine naturale del regime) non liquidano l’imposta e sono esonerati dai principali adempimenti connessi.
È il caso ad esempio dello spesometro, per cui il decreto “dignità” dovrebbe rendere l’invio dei dati 2018 a cadenza annuale, e della fattura elettronica tra privati. Dal 2019, infatti, né minimi né forfettari saranno obbligati a inviare le loro fatture in formato digitale anche se poi dovranno accedere online a quelle di cui saranno destinatari. Ecco perchéi nuovi regimi a fiscalità privilegiata, stanno raccogliendo sempre più adesioni.
Lo scenario
L’anno scorso quasi il 36% di chi ha aperto una partita Iva ha scelto questo regime agevolato: si è trattato di poco più di 182mila tra ditte e autonomi. In realtà, già da ora è possibile stimare che il forfettario “ospiti” tra 600 e le 700mila partite Iva. Una cifra a cui si arriva dalla somma tra opzioni all’apertura e altri ingressi: secondo le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017, infatti, le partite Iva con tassazione sostitutiva al 15% erano poco più di 483mila.
Anche perché nel forfettario (ed è un’altra significativa differenza con i minimi) si può entrare anche dopo, naturalmente nel rispetto delle condizioni previste.
Il progetto
E qui si innesta il progetto su cui in questi ultimi giorni si sta lavorando al ministero dell’Economia. Un progetto che va oltre l’attuale autorizzazione comunitaria per evadere regimi speciali per i soggetti Iva, che si ferma a 65mila euro. L’obiettivo è portare il limite di compensi e ricavi a 100mila euro, naturalmente chiedendo un via libera a Bruxelles.
Una piccola considerazione
È chiaro che, se poi arrivasse l’ok, bisognerebbe capire se alzare a tutte le categorie la soglia (magari agendo sulla leva del coefficiente di redditività con cui si determina l’imponibile) o rimanere nel solco attuale con limiti differenziati.
Conclusione
Numeri delle statistiche fiscali alla mano, restringendo il campo ai soli professionisti e considerando le classi di volume d’affari, potrebbero essere almeno tra 500mila e 550mila i potenziali interessati a questa sorta di forfait a maglie larghe. È chiaro che anche questa operazione richiede il reperimento di coperture: le prime cifre circolate parlano di oltre 800 milioni. E si tratterà di capire se si riuscirà a includere il progetto di un nuovo regime delle start up con aliquota al 5%, che dovrebbe rafforzare quello attuale, annunciato negli ultimi giorni dal sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci.